Welfare in gioco a cura di Giuseppe Rocco | Sette e mezzo
La previdenza complementare si struttura sulla capitalizzazione finanziaria dei contributi versati lungo l’arco della intera vita lavorativa dell’aderente.
I contributi sono investiti in un comparto del fondo pensione su indicazione dell’iscritto che dovrà scegliere quello più adatto rispetto alle proprie aspettative di rendimento, alla sua tolleranza al rischio e alla distanza dal pensionamento. È importante poi diversificare il proprio investimento previdenziale sia in senso orizzontale (verso 100 euro, 50 in una linea magari più aggressiva e 50 in una più conservativa) che verticale (a inizio carriera investo su linee più aggressive per poi gradatamente evolvere su linee più tranquille).
La cosa importante è avere chiaro cosa si debba volere dal proprio investimento previdenziale. Crescere gradatamente nel tempo, con pazienza e un livello di rischio complessivamente adeguato, avvicinandosi il più possibile all’obiettivo di integrazione pensionistica, il proprio “sette e mezzo”, evitando di “sballare” con “fughe finanziarie” in avanti improvvide.
La finalità è previdenziale e non speculativa, la previdenza complementare è un veicolo di quello che la Covip definisce come “capitale paziente”.