Approfondimenti

Pensioni e pensionati: i dati dell’ultimo Rapporto annuale Inps

02 Ottobre 2024

A settembre 2024 è stato presentato il XXIII Rapporto annuale Inps. Il report, strutturato in 5 capitoli, approfondisce la situazione della previdenza e del mercato del lavoro in Italia.

Nel capitolo quarto, dedicato alle pensioni, si affronta il tema della sostenibilità del sistema previdenziale, messo alla prova dall’alta spesa pensionistica dovuta all’invecchiamento della popolazione, all’esistenza di numerosi canali di uscita anticipata dal mercato del lavoro e ad un tasso di sostituzione del 59%, tra i più elevati dell’Unione europea.

L’aumento dell’età mediana della popolazione (nel 2023 era di 48,4 anni), il calo della fecondità (1,24 figli per donna) e l’invecchiamento della popolazione (21,5 anni la speranza di vita a 65 anni) mettono a rischio la tenuta del sistema pensionistico, che si basa sul principio della ripartizione.

Oltre ai fattori demografici, anche la pressione inflazionistica, che fa crescere la spesa previdenziale per effetto degli adeguamenti delle prestazioni all’aumento del costo della vita, espone il sistema al rischio di non riuscire più ad essere sostenibile.

Prestazioni al 31 dicembre 2023

I pensionati in Italia a fine 2023 sono 16,2 milioni, 15,6 milioni se si considerano solo i pensionati Inps. Le donne costituiscono il 52% dei pensionati, ma l’importo medio mensile della pensione è inferiore rispetto a quello degli uomini.

Le prestazioni previdenziali erogate dall’Inps nel 2023 hanno superato i 16 milioni e 770 mila con un importo medio mensile di 1.370 euro (circa 1.750 euro per gli uomini e circa 1.070 euro per le donne).

In particolare:

  • pensioni di anzianità e anticipate: quasi 7 milioni, con un importo di circa 2 mila euro mensili (2.170 euro per gli uomini, 1.760 euro per le donne)
  • pensioni di vecchiaia: oltre i 4 milioni e 800mila, con un importo di circa 960 euro (1.195 euro per gli uomini e 820 euro per le donne)
  • pensioni di invalidità: 874mila, con un importo medio di 1.090 euro (1.260 euro per gli uomini e 680 euro per le donne)
  • pensioni superstiti: oltre 4 milioni e 100, con un importo medio di 490 euro (540 euro per gli uomini e 850 per le donne)

Le prestazioni assistenziali, comprensive di pensioni e assegni sociali e prestazioni agli invalidi civili, hanno superato i 4 milioni e 100mila, con un importo medio di 490 euro sia per le donne che per gli uomini

Nel dettaglio:

  • pensioni e assegni sociali: 844 mila, con un importo di 513 euro (526 euro per gli uomini e 506 euro per le donne).
  • prestazioni invalidi civili: quasi 3 milioni e 300mila, con un importo di 480 euro (479 euro uomini e 482 euro per le donne).

 

Distribuzione delle pensioni per gestione

Le pensioni sono così distribuite tra le varie gestioni:

  • 47% Fondo Pensioni Lavoratori dipendenti
  • 30% gestione lavoratori autonomi e parasubordinati
  • 19% gestione dipendenti pubblici 
  • 4% altri fondi

Nel 2023, i nuovi beneficiari di pensioni sono stati 1,5 milioni (56% prestazioni previdenziali e 44% prestazioni assistenziali).

Le regioni con il maggior numero di prestazioni previdenziali liquidate nel 2023 sono state il Trentino-Alto Adige e la Valle d’Aosta, a seguire le regioni del Centro. Gli importi maggiori sono stati erogati in Lombardia, Trentino e Lazio, i più bassi in Calabria e nelle regioni del Mezzogiorno. Nelle regioni del Sud, in particolare Campania Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, si tratta per oltre la metà di trattamenti assistenziali.

 

Gli anticipi pensionistici

I canali di uscita dal mercato del lavoro che permettono di anticipare il momento della pensione sono:

  • pensione anticipata per i lavoratori precoci, che hanno almeno 41 anni di contributi, 12 mesi di contribuzione maturati prima dei 19 anni di età e appartenente ad una di queste categorie: disoccupati, caregiver, invalidi civili, lavoratori gravosi, addetti a mansioni pesanti
  • opzione donna, permette alle donne di 58 anni, se dipendenti, o di 59 anni, se autonome, di anticipare la pensione con 35 anni di contributi
  • quota 103, ai lavoratori dipendenti e autonomi che maturano, nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2023, 62 anni e 41 anni di contributi

Fonte: XXIII Rapporto annuale Inps

 

Tra il 2012 e il 2023 l’età per il pensionamento è aumentata, passando da 59,5 a 61,5 anni per le pensioni anticipate e da 64,1 a 67,5 anni per quelle di vecchiaia.

 

Canali di accompagnamento alla pensione

Oltre alle pensioni anticipate ci sono una serie di strumenti finanziati dalle imprese che permettono di anticipare l’uscita dal lavoro si tratta:

  • contratto di espansione, strumento aziendale utilizzato per incentivare il ricambio del personale. I settori maggiormente coinvolti sono stati il manifatturiero, i trasporti e il commercio; la maggior diffusione si è registrata nel nord-ovest. Lo strumento non è stato rinnovato per il 2024.
  • isopensione, esodo anticipato per aziende con più di 15 dipendenti, che permette l’uscita ai lavoratori ai quali mancano non più di 7 anni per raggiungere i requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata. I settori di maggior diffusione sono stati il manifatturiero e l’energetico; l’area di maggior diffusione il nord-ovest.
  • assegno straordinario erogato dai Fondi di solidarietà bilaterali, ai quali possono far ricorso le imprese iscritte ai fondi di solidarietà bilaterali che prevedono negli atti istitutivi l’erogazione dell’assegno straordinario. Lo strumento è riservato ai lavoratori che entro i 5 anni raggiungono i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato.

In aggiunta a questi strumenti c’è l’Ape sociale, sussidio economico a carico dell’Inps e rivolto a lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che privato, parasubordinati e autonomi (ad eccezione degli iscritti a ordini) che si trovano in situazioni di difficoltà, che hanno raggiunto 63 anni e 5 mesi di età e che abbiano maturato 30 anni di contributi, in caso di disoccupati, caregiver, invalidi civili oppure 36 anni di contributi, nel caso di lavoratori che svolgono attività gravose.

 

Per approfondire, vai ai documenti sul sito Inps

 

 

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