Rischio longevità
Il rischio longevità è legato all’aumento dell'aspettativa di vita ed è il rischio di vivere più a lungo rispetto a quanto ci si aspetti.
Vivere più a lungo, se può essere comprensibilmente considerato un fenomeno positivo, incide negativamente sulla stabilità dei conti pubblici, rappresentando un fattore critico per la sostenibilità di sistemi previdenziali e sanitari.
Una popolazione longeva comporterà sia una maggiore spesa pensionistica, perché le pensioni devono essere pagate per un numero crescente di anni, sia una maggiore spesa sanitaria, perché con l’avanzare dell’età cresce anche la probabilità che sopraggiungano disturbi della salute, malattie croniche, degenerative o invalidanti, che richiedono maggiore assistenza medica.
Il rischio di vivere più a lungo di quanto ci si aspetti, inoltre, fa sorgere un problema finanziario dei singoli, perché c’è il rischio che i risparmi accumulati durante la vita non siano sufficienti.
Per far fronte al rischio longevità, il singolo individuo deve pensare fin da giovane ad una pianificazione finanziaria e previdenziale di lungo periodo, scegliendo gli strumenti di risparmio più adatti alle proprie esigenze.
Per fronteggiare il rischio longevità è possibile rivolgersi a strumenti di welfare integrativo come i fondi pensione, che permettono di integrare la pensione pubblica con una rendita integrativa, e i fondi sanitari, che consentono a chi aderisce di poter soddisfare i bisogni sanitari che il SSN fatica sempre di più a garantire.
Questi stessi enti di welfare integrativo propongono soluzioni che coprono il rischio di non autosufficienza in vecchiaia.
I fondi pensione offrono la possibilità di scegliere le rendite con copertura LTC, che, in caso di non autosufficienza, prevedono il raddoppio dell’importo della rata di rendita.
I fondi sanitari prevedono, in alcuni casi, la possibilità di attivare servizi e assistenza domiciliare e/o residenziale in caso di non autosufficienza.