Welfare in gioco a cura di Giuseppe Rocco | altalena
La previdenza complementare non appare ancora sviluppata in Italia così come sarebbe necessario.
Diviene allora necessario elevare il livello di inclusione previdenziale di categorie come i giovani, le donne, i lavoratori delle Piccole e Medie Imprese, i dipendenti pubblici.
Va poi perseguita una Italia “unita” anche in termini di adesione ai fondi pensione, palesandosi, secondo i dati Covip, un sensibile gap territoriale tra il Centro Nord e Meridione e Isole.
Si pensa allora che una “spinta” alla crescita della previdenza complementare possa derivare anche dalla revisione dei meccanismi di adesione alla stessa. Si pensa per esempio ad una rivisitazione e riproposizione in senso generalizzato del “silenzio assenso”, con riferimento al quale si vorrebbe fare tesoro della esperienza precedente del 2007 anche alla luce delle evidenze contenute in una ricerca in materia di autoenrolment ai fondi pensione promossa dalla Commissione europea e recentemente pubblicata.
La Covip in una recente audizione parlamentate evidenziava come la riproposizione del silenzio-assenso potrebbe oggi essere meglio realizzata tramite l’utilizzo di procedure online, che non ostacolino per i singoli lavoratori interessati una eventuale scelta di non partecipazione, ma che al tempo stesso chiariscano in modo oggettivo, nell’informazione fornita a supporto delle scelte da compiere, i vantaggi dell’adesione.
Al contempo, sarebbe importante che le scelte di partecipazione venissero periodicamente riviste, per accomodare quelle esigenze di maggiori consumi in età giovane che prevengono la capacità di risparmio lungo il ciclo vitale. Incidentalmente, anche al di là delle decisioni che si dovessero assumere circa un rinnovo.
Il silenzio assenso potrebbe essere il fattore di spinta iniziale per consentire, come avviene nell’altalena, che il sistema si attivi per proseguire in autonomia il proprio “volo” virtuoso.