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Relazione Covip 2024: quasi 10 milioni gli iscritti ai fondi pensione, ma ancora pochi giovani

03 Luglio 2024

Il 19 giugno 2024 Covip ha presentato la Relazione annuale sulla previdenza complementare, con dati relativi al 2023.

I fondi pensione nel 2023 sono 302, in diminuzione rispetto al 2022, quando se ne contavano 332.

I fondi esistenti sono così ripartiti:

  • 33 fondi negoziali

  • 40 fondi aperti

  • 68 PIP (piani individuali pensionistici)

  • 161 fondi preesistenti

La tendenza alla diminuzione del numero di fondi pensione prosegue anche nel 2023 e riguarda principalmente i fondi preesistenti.

Iscritti ai fondi pensione

Gli iscritti ai fondi pensione nel 2023 sono oltre 9,6 milioni, in aumento del +3,7% rispetto al 2022, e sono così ripartiti tra le diverse forme complementari:

  • fondi negoziali: 3,896 milioni, + 5,4% rispetto al 2022

  • fondi aperti: 1,902 milioni, 5,9% rispetto al 2022

  • fondi preesistenti: 655 mila, +1,7% rispetto al 2022

  • PIP “nuovi”: 3,603 milioni, +2,2% rispetto al 2022

  • PIP “vecchi”: 294.000 iscritti, stabili rispetto al 2022. I PIP vecchi sono quelli nati prima della riforma del 2005 che non sono stati adeguati al Decreto lgs. 252/2005

Caratteristiche degli iscritti

Il 61,7% degli iscritti appartiene al genere maschile. Le donne aderenti alla previdenza complementare sono meno degli uomini perché partecipano meno al mercato del lavoro, hanno spesso carriere discontinue e salari più bassi rispetto ai colleghi uomini. Le maggiori differenze di genere si rintracciano nei fondi negoziali.

Per quanto riguarda l’età: il 47,8% ha un’età compresa tra 35-54 anni, il 32,9% ha almeno 55 anni, il 19,3% ha meno di 34 anni.

Gli iscritti lavoratori dipendenti sono 6,971 milioni, il 4,5% in più rispetto all’anno precedente, e si concentrano soprattutto nei fondi negoziali (3,640 milioni) e nei PIP “nuovi” (2,310 milioni).

Gli iscritti autonomi sono 1,185 milioni, l’1,4% in più rispetto al 2022 e aderiscono per la maggior parte a PIP nuovi (687.050) e a fondi aperti (432.000).

Inoltre, sono presenti 1,414 milioni di altri iscritti, il +1,5% rispetto all'anno precedente e comprendono i fiscalmente a carico, chi ha perso i requisiti e i soggetti non classificati per i quali non si hanno informazioni sulla situazione occupazionale.

 

Adesioni

Le adesioni ai fondi pensione rispetto alla forza lavoro (25,5 milioni) sono il 36,9%. Se si considerano solo gli iscritti che hanno versato contributi nel 2023 la percentuale scende al 26,7%.

La partecipazione rispetto alle forze lavoro cresce all’aumentare dell’età: tra i 15 e i 34 anni è del 27,4%, tra i 35 e 44 anni del 32,8%, tra i 45 e 54 anni del 36% e tra i 55 e 64 anni del 45%.

Aderisce ad un fondo pensione il 23,5% lavoratori autonomi e il 37,6% dei lavoratori dipendenti, le percentuali scendono al 13,1% e al 29,7% se si considerano solo gli iscritti che versano.

Nuove Adesioni

Le nuove adesioni nel 2023 sono state 736.675, di queste: 469.101 esplicite, 62.221 tacite (legate al conferimento tacito del Tfr attraverso il meccanismo del silenzio - assenso) e 205.353 contrattuali.

Tipologia fondo pensione

nuove adesioni

Fondi negoziali

410.273

Fondi aperti

155.703

Fondi preesistenti

32.954

Pip nuovi

189.146

totale

736.675

Fonte: Rielaborazione su dati Covip

Dopo la crisi pandemica le nuove adesioni hanno ripreso a crescere. Una forte spinta all’adesione avvenne nel 2015 quando fu introdotto il meccanismo dell’adesione contrattuale a favore dei lavoratori del settore edile.

La crescita delle adesioni è sicuramente un dato positivo, ma non sempre chi aderisce ad un fondo pensione versa regolarmente contributi.

Esistono infatti gli iscritti non versanti, che nel 2023 hanno superato i 2,5 milioni, il 27,6% del totale. In particolare, il 14,5% non versa contributi nella propria posizione previdenziale da almeno 5 anni. Gli iscritti non versanti sono superiori alla media nei fondi aperti (37,2%) e PIP (34,6%).

L’esistenza degli iscritti non versanti in parte dipende dal fenomeno delle posizioni multiple (una persona è iscritta a due o addirittura a più fondi pensione). Gli iscritti con posizioni multiple sono circa 1,027 milioni, ai quali corrispondono circa 2,145 milioni di posizioni.

 

Contributi

Gli iscritti che versano contributi sono 6,7 milioni, il 72,4% del totale, con una contribuzione media di 2.810 euro.

Le forme pensionistiche complementari hanno raccolto 19,2 miliardi di euro di contributi, il 5,2% in più rispetto all’anno precedente.

In particolare, sono stati raccolti:

  •  6,5 miliardi di euro nei fondi negoziali, + 7,7% rispetto al 2022

  • 3,1 miliardi di euro nei fondi aperti, il +7,4% rispetto al 2022

  • 5,1 miliardi di euro nei PIP nuovi, il +2,3% rispetto al 2022

  • 4,3 miliardi di euro nei fondi preesistenti, il +3,8% rispetto al 2022

  • 240 milioni di euro nei PIP “vecchi”

Sulle posizioni dei lavoratori dipendenti sono confluiti 15,8 miliardi di euro di contributi, di cui 7,8 miliardi di Tfr.

Le voci di uscita hanno raggiunto gli 11,6 miliardi di euro, il 3,3% in più rispetto al 2022.

Voci di uscita

Euro

Anticipazioni

2,5 miliardi   

Riscatti

2 miliardi

Rita

1,9 miliardi

Prestazioni pensionistiche
in capitale

4,5 miliardi

Posizioni trasformate in rendite 

306 milioni

Rendite

401 milioni

Fonte: Rielaborazione su dati Covip

Linee di investimento

Dopo i rendimenti negativi registrati nel 2022, le risorse sono tornate a crescere nel 2023, raggiungendo i 224,4 miliardi di euro (205,6 miliardi nel 2022), con un aumento del 9,1% rispetto all’anno precedente. I risultati delle forme pensionistiche complementari sono stati positivi sia per le linee di investimento a maggiore contenuto azionario sia per quelle meno dinamiche che investono in titoli di Stato e altri titoli di debito.

Per quanto riguarda i comparti di investimenti, i garantiti sono scelti dal 37,1% degli iscritti, gli obbligazionari dal 12,8%, i bilanciati dal 39,9% e gli azionari dal 10,3%. Negli ultimi anni è scesa la percentuale di chi ha scelto i profili garantiti: - 5,5 punti percentuali rispetto al 2019.

I profili azionari e bilanciati sono preferiti dagli iscritti giovani (fino a 29 anni). Il 45-50% degli iscritti nelle fasce di età centrali (30-54 anni) sceglie profili a rischio più basso e i profili garantiti assumono via via un peso predominante a partire dai 55 anni.

 

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