I dati sulla Previdenza complementare nella relazione Covip
Anche quest’anno la Covip ha pubblicato Relazione annuale sulla previdenza complementare, con dati relativi al 2022.
Nel 2022 si contano 332 fondi pensione esistenti, diciassette in meno rispetto all’anno precedente, così ripartiti:
- 33 fondi negoziali
- 40 fondi aperti
- 68 PIP (piani individuali pensionistici)
- 191 fondi preesistenti
La tendenza alla diminuzione del numero complessivo di forme pensionistiche continua anche nel 2022 e consente miglioramenti in termini di costi di gestione e di qualità dei servizi offerti.
Iscritti e posizioni
Gli iscritti ai fondi pensione nel 2022 sono oltre 9,2 milioni, in aumento del +5,4% rispetto al 2021.
Le posizioni aperte sono 13,3 milioni, superiori al numero di iscritti per via del fenomeno delle adesioni multiple, cioè una stessa persona è iscritta a due o addirittura a più fondi pensione.
Adesioni
Le adesioni alla previdenza complementare rispetto alla forza lavoro (platea di 25,1 milioni) è del 36,2%, percentuale che scende al 26,3% se si considerano solo gli iscritti che nel 2022 hanno versato contributi.
Il tasso di partecipazione alla previdenza complementare dipende in buona parte anche dalla struttura delle imprese distribuite nel nostro Paese e dalla partecipazione al mercato del lavoro. L’adesione ai fondi pensione raggiunge il 58,4% delle forze lavoro in Trentino-Alto Adige, il 45,7% in Valle d’Aosta e il 44,9% in Veneto, mentre valori più bassi si registrano in diverse regioni del meridione.
In base alla condizione lavorativa, gli oltre 9,2 milioni di iscritti si suddividono:
- 6,682 milioni lavoratori dipendenti, iscritti soprattutto a Fondi pensione negoziali (3,4 milioni) e PIP (2,2 milioni).
- 1,169 milioni lavoratori autonomi, iscritti soprattutto a fondi aperti (420 mila) e PIP (676 mila)
- 1,388 milioni altri iscritti, che comprendono fiscalmente a carico, chi ha perso i requisiti e i soggetti non classificati per i quali non si hanno informazioni sulla situazione occupazionale
Le nuove adesioni registrate nel 2022 sono 830 mila. Quelle dei fondi negoziali sono state 489 mila e di queste 250 mila sono state di tipo contrattuale, che prevedono l’apertura di una posizione nel fondo pensione grazie ad un contributo annuale del datore di lavoro.
L’adesione contrattuale, introdotta nel 2015, ha portato ad un aumento delle adesioni, soprattutto in alcuni settori come quello edile.
Ci sono state anche 106 mila adesioni tacite, legate al conferimento tacito del Tfr attraverso il meccanismo del silenzio - assenso.
L’ Adesione tacita avviene quando il lavoratore neoassunto nei primi sei mesi di lavoro non ha espressamente deciso se tenere il suo Tfr in azienda o se versarlo ad un fondo pensione e, quindi, il suo Tfr viene automaticamente versato al Fondo pensione di categoria indicato dal suo CCNL
Dal 2007, anno di istituzione di questo meccanismo, le adesioni tacite, legate ad una mancata scelta esplicita della destinazione del Tfr, sono state 450 mila.
Contributi
Le risorse destinate alle prestazioni sono oltre 205,6 miliardi, il -3,6% rispetto al 2021 e i contributi versati oltre i 18 miliardi, +3,6% rispetto al 2021.
Tutte le forme pensionistiche registrano contributi in aumento rispetto al 2021.
Nel 2022 gli iscritti che non versano sono 2,472 milioni, il 27,6% del totale, in aumento rispetto al 2021. Gli iscritti non versanti sono più numerosi nei fondi aperti (37,2%) e nei Pip (34,8%), mentre sono di meno nei fondi negoziali (22,9%) e in quelli preesistenti (18,1%).
I versamenti nulli si registrano principalmente tra gli autonomi (45%), mentre sono inferiori nei dipendenti (20,8%).
Le posizioni non alimentate sono dovute anche al fenomeno delle posizioni multiple. Gli iscritti a più fondi sono circa 965 mila a cui fanno capo oltre 2 milioni di posizioni, di cui 1,2 milioni alimentate da contributi.
Il contributo medio per iscritto è di 2.770 euro. Le contribuzioni più alte in Lombardia (3.350 euro) e Lazio (3.010 euro). Il contributo degli uomini è più alto delle donne e cresce all’aumentare dell’età per entrambi i generi.
Composizione degli iscritti
Gli iscritti nel 2022 sono 9,240 milioni, la maggior parte (61,8%) sono uomini. La percentuale di donne iscritte è ancora inferiore a quella degli uomini anche a causa della loro minor partecipazione al mercato del lavoro, a carriere discontinue e a salari più bassi rispetto ai colleghi uomini.
Il 48,9% ha un’età compresa tra 35 e 54 anni, il 18,8% ha meno di 35 anni e il 32,3% ha almeno 55 anni. L’età media negli ultimi anni è salita arrivando a 47 anni ed è più elevata per i fondi preesistenti (50,4 anni).
Il 57,3% degli iscritti risiede al nord, al centro vivono il 19,7% degli aderenti e al sud il 23%.
Linee di investimento
I profili di investimento scelti sono prevalentemente garantiti (38%) e bilanciati (39,7%). Gli iscritti più giovani preferiscono i comparti più dinamici,quelli con un’età compresa nelle fasce centrali i profili con rischio più basso, mentre la preferenza per i profili garantiti cresce soprattutto a partire dai 55 anni.
La tendenza a prediligere comparti meno rischiosi all’aumentare dell’età degli iscritti è in accordo con la logica di life cycle, secondo cui si scelgono profili più dinamici nei primi anni di carriera, per poi passare a comparti meno rischiosi all’avvicinarsi della pensione.