Welfare in scena a cura di Giuseppe Rocco | Diversificazione del Rischio previdenziale
"È proprio tempo di pensare all'avvenire, quando non c'è più nessun avvenire a cui pensare"
Pigmalione, George Bernard Shaw
Gli effetti economici della crisi da Covid 19 potrebbero avere un sensibile effetto anche sul nostro sistema pensionistico, sia in termini di sostenibilità finanziaria che di adeguatezza prospettica delle prestazioni.
Con riferimento al primo aspetto, una riduzione del Prodotto Interno Lordo rischia di impattare sull’equilibrio complessivo dell’indicatore spesa pensioni/Pil che “misura” nel medio-lungo periodo il “peso” dell’onere previdenziale sul complessivo sistema economico. È importante ancora ricordare come il Pil, nel metodo di calcolo contributivo, funge da fattore di rivalutazione del montante virtuale in accumulazione per ciascun lavoratore.
Una mancata crescita economica o, peggio, una decrescita economica determinano un mancato recupero del potere d’acquisto dei contributi versati nel sistema pensionistico di base (i contributi versati vengono capitalizzati in base alla media quinquennale del Pil nominale). È importante in ogni modo evidenziare come, in base al decreto n. 65/2015, in caso di media negativa tale risultato non si applica ma si sterilizza. Tradotto in termini concreti, non ci si perde in conto capitale ma non opera la rivalutazione dei contributi.
Alla luce del forte shock economico che discende dalla crisi epidemiologica diviene allora sempre più importante diversificare il proprio rischio previdenziale abbinando alla pensione di base, a ripartizione, la previdenza complementare che funziona a capitalizzazione.
In questo modo si possono compensare almeno in parte gli andamenti negativi del ciclo economico potendo contare sui risultati di investimenti ampiamente diversificati a livello globale.