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VIII Rapporto Censis-Eudaimon: welfare aziendale e benessere del lavoratore

05 Marzo 2025

Nell’ultimo Rapporto Censis Eudaimon sul welfare aziendale “Lavoro, aziende e benessere dei lavoratori: un’epoca nuova” è stata avviata la riflessione sul nuovo ruolo del welfare aziendale in un momento caratterizzato da contrazione demografica, crisi del sistema di welfare pubblico e nuova concezione del lavoro da parte delle persone.

 

Il benessere olistico dei lavoratori

I lavoratori di oggi si aspettano che il proprio posto di lavoro riesca a generare benessere, sia fisico che mentale, e possa garantire un maggiore equilibrio tra la vita lavorativa e quella privata.

Tra le cose che la parola benessere evoca nelle menti dei lavoratori ci sono principalmente:

  • salute (63,2%)

  • tranquillità (42,4%)

  • equilibrio (34,4%)

  • tempo per sé (29,9%)

Il lavoro viene valutato dalle persone in base al contributo che riesce a dare al proprio benessere, la cui definizione include sempre di più anche la sfera mentale.

L’83,4% dei lavoratori ritiene importante che il lavoro contribuisca al benessere. In particolare, lo reputa una priorità:

  • il 76,8% dei dirigenti

  • l’86,1% dei egli impiegati

  • il 79,5% di chi svolge attività esecutive

Se il lavoro non riesce ad aumentare il benessere psico-fisico del lavoratore, allora si riduce ad una semplice attività sopportata, a cui dedicare il minimo sforzo possibile.

Poiché il benessere dipende anche dalle scelte personali, è importante fare attenzione alle scelte che si fanno sul posto di lavoro. Al riguardo, il 66,7% dei dipendenti crede che anche l’iniziativa personale sia importante per raggiungere il proprio benessere psico-fisico.

Stress e disagio a lavoro

Negli ultimi anni, carriere discontinue, scarse retribuzioni e intensità di sfruttamento hanno portato a situazioni di malessere e a forme di distacco dal lavoro, che ha ormai perso il ruolo di protagonista nella vita delle persone.  

Lo stress sul posto di lavoro, avvertito almeno qualche volta da quasi il 50% dei lavoratori, genera situazioni di scarso benessere individuale e, in alcuni casi, può portare a situazioni di sofferenza.

Il lavoratore    
  spesso      qualche volta
sente troppa pressione quando lavora 24% 49,9%
risente dei problemi lavorativi nella vita privata        22,3% 38%
non riesce a bilanciare vita privata e lavorativa 24,3% 52,5%
vive situazioni di stress  a causa del lavoro 25% 48%

Fonte: Rielaborazione su dati Censis

Tra le situazioni di disagio, che si possono presentare a lavoro, emergono:

  • sensazioni di esaurimento o estraneità, provate dal 31,8% dei lavoratori. Sono soprattutto i più giovani (47,7%), tra i 18 e i 34 anni, ad aver provato questo tipo di sentimenti

  • frustrazione per il mancato supporto da parte del datore di lavoro, avvertita ripetutamente dal 21,3% e di tanto in tanto dal 46%

  • mancanza di coesione tra colleghi, che non viene favorita sul posto di lavoro, percepita come frequente dal 20,5% e occasionale dal 48,1%.

Il lavoratore    
  spesso      qualche volta
si sente sopraffatto dalle responsabilità quotidiane 21,5% 54,4%
ha difficoltà a concentrasi per stress o preoccupazioni personali       17,8% 47,2%
fa ricorso a servizi di supporto psicologico 8,4% 28,3%

Fonte: Rielaborazione su dati Censis 

Le sofferenze legate al lavoro accomunano i lavoratori di aziende di varie dimensioni. Lo stress da lavoro è infatti un fenomeno trasversale che colpisce sia le aziende più piccole, che le più strutturate.

Osmosi tra vita privata e pubblica

Caduta la barriera che separava la vita privata da quella lavorativa, le due dimensioni si influenzano reciprocamente. Infatti:

  • il 25,7% porta a lavoro i problemi personali. Il fenomeno riguarda: il 22,7% dei lavoratori con età tra 18 e 34 anni, il 29,2% con età tra 35 e 54 anni e il 20,6% con più di 55 anni

  • il 36,1% trasferisce i problemi lavorativi a casa, con effetti negativi sulle relazioni familiari. La questione riguarda: il 41% dei lavoratori con età tra 18-34 anni, il 34,9% con età tra 35 e 54 anni, il 33,7% con più di 55 anni.

Un buon posto di lavoro 

Per i lavoratori un valido posto di lavoro è quello in cui:

  • esiste un buon rapporto con dipendenti e colleghi (94,6%)

  • si può lavorare con un certo grado di autonomia (93,1%)

  • si riesce a bilanciare vita privata e lavoro ( 92,2%)

  • è garantita la flessibilità negli orari (91,6%)

  • si può lavorare in smartworking (64,1%)

Altro aspetto che rende di qualità il lavoro è il desiderio di riconoscimento. L’87,6% dei dipendenti dichiara che sentirsi valorizzati e gratificati nel lavoro è importante per il proprio benessere.

Benessere mentale 

La salute mentale è un aspetto a cui il lavoratore dà molta importanza.

Il 63,5% dei lavoratori vorrebbe poter investire nel proprio benessere mentale ricorrendo a psicologo o attività di meditazione.

A tal proposito, il 38,2% dei lavoratori è convinto che fare attività di meditazione lo aiuterebbe a gestire le situazioni di stress.

Il tempo, però, è la vera ricchezza: l’89,4% ritiene che dedicare più tempo a se stessi migliorerebbe il proprio benessere psico-fisico, così come lo aumenterebbe il poter dedicare più tempo alla famiglia, al riposo, all’attività fisica o alle attività culturali.

 

Conoscenza del welfare aziendale 

Da quando è stato introdotto, la conoscenza del welfare aziendale è decisamente cresciuta.

L’88,9% degli occupati lo conosce: il 30,8% in modo preciso e il 58,1% per grandi linee. L’11,1% invece ancora non sa cosa sia. 

In dettaglio, conoscono il welfare aziendale:

  •  il 94,8% dei dirigenti

  •  il 91,9% degli impiegati

  • il 75,9%degli operai
     

  • il 69,5% dei redditi bassi

  • l’85,6% dei redditi medi

  • il 95,6% dei redditi alti

Azienda come Hub del benessere

Le aziende si misurano con persone che vogliono essere riconosciute nella loro totalità, che ricercano un equilibrio con la vita privata, che portano in ufficio le problematiche quotidiane e attribuiscono sempre più importanza alla sfera mentale.

L’azienda si configura come un hub di benessere, un punto di riferimento per i lavoratori, che, oltre a garantire servizi e prestazioni, offre supporto alle famiglie ed individua le risposte ai bisogni, ovunque siano collocate.

Il welfare aziendale diventa quindi uno strumento che consente alle aziende di affiancare i lavoratori non solo nei momenti difficili, ma nella loro personale ricerca di benessere.

Il welfare aziendale leva per attrarre lavoratori

Il rischio da scongiurare è che il welfare aziendale venga valorizzato solo dal punto di vista fiscale e venga ridotto a somma di benefit. Il welfare aziendale, invece, deve esser visto come strumento capace di promuovere il benessere complessivo del lavoratore.

Inoltre, in un contesto in cui le aziende devono trovare e trattenere i lavoratori, il welfare aziendale diventa uno strumento strategico per rendere più attrattive le aziende agli occhi dei lavoratori, soprattutto più giovani.  

 

Per approfondire, scarica l'8° Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale

 

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