Approfondimenti

Il welfare pubblico si amplia con il Reddito di inclusione

21 Marzo 2017

Quali le iniziative del welfare pubblico in favore delle fasce più deboli della popolazione? Che cos'è il Reddito di inclusione?

Il 9 marzo 2017 è stato approvato dal Senato della Repubblica il disegno di legge per la definizione e la realizzazione di misure integrate di contrasto alla povertà, “che si pone l’obiettivo di aiutare e sostenere le persone e le famiglie in condizione di grave povertà”.  
Il disegno di legge prevede la creazione di un nuovo modello di protezione sociale in favore delle fasce più deboli della popolazione e nel quale, ad un sostegno economico, il cosiddetto reddito di inclusione (REI), verranno affiancati servizi finalizzati all’inclusione sociale e lavorativa della persona.

Il disegno di legge prevede il superamento dell’attuale sistema di tutele, che saranno riorganizzate e meglio coordinate tra loro. Ad oggi, infatti, sono molte le politiche assistenziali che vengono offerte in modo poco coordinato tra loro: dalle politiche attive del lavoro all’edilizia residenziale pubblica, dalla tutela della salute alle politiche di protezione del nucleo familiare. 

In particolare, il reddito di inclusione dovrà essere: una misura unica a livello nazionale, a carattere universale, vincolata al reddito e all'adesione a un progetto personalizzato di inclusione. 

Caratteristiche del modello

  • Uniforme e integrato su tutto il territorio; ma con forte articolazione territoriale
  • Approccio universalistico: esteso a tutte le persone indigenti
  • Approccio promozionale: per sviluppare le capacità personali
  • Misure non comparabili a redditi da lavoro, per evitare di scoraggiare la ricerca del lavoro

Un esempio concreto, dei principi che guideranno il nuovo impianto di protezioni sociali offerte dallo Stato, è costituito dagli interventi per favorire il mantenimento dei figli a carico, che oggi si presentano frammentati e generano disparità di trattamento tra le diverse tipologie di lavoratori.

La normativa in vigore, infatti, non riconosce le detrazioni fiscali a chi ha redditi bassi o nulli: mentre si concedono gli assegni familiari ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, si escludono i disoccupati e quasi tutte le altre forme di lavoro che oggi riguardano una porzione sempre più consistente di occupati. Per superare la situazione descritta, si prevede il riconoscimento di un’unica misura generalizzata di beneficio per i minori a carico, sostitutiva di tutte le agevolazioni finora riconosciute.

I principi di universalismo e uniformità di trattamento guideranno il nuovo impianto di protezione sociale, ma sarà importante capire quali saranno i benefici per le nuove generazioni di liberi professionisti, che appartengono ad un settore che più di altri ha “sentito” la crisi economica dell’ultimo decennio.

In particolare per le Casse di previdenza dei liberi professionisti sarà importante conoscerne i benefici (economici e di servizi) al fine di poter offrire forme di assistenza sempre più efficaci ed utili al proprio iscritto ed al suo nucleo familiare. 
 

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