Investitori previdenziali e scelte di investimento: cresce l’attenzione ai criteri ESG e alla sostenibilità
Lo scorso 7 novembre a Roma è stata presentata la decima edizione dell’indagine sugli investimenti sostenibili degli investitori previdenziali italiani, realizzata dal Forum per la finanza sostenibile in collaborazione con Mefop e con MondoInstitutional.
L’indagine esamina l’inclusione dei criteri ESG (environmental, social and governance) nelle scelte di investimento di casse di previdenza e fondi pensione italiani.
L’edizione 2024 ha coinvolto 112 piani pensionistici, che gestiscono complessivamente un patrimonio di 296,99 miliardi di euro. Il campione coinvolto è composto da 19 casse di previdenza, 33 fondi pensione negoziali, i 20 fondi pensione aperti, i 20 fondi preesistenti e i 20 PIP (Piani Individuali Pensionistici) con maggior patrimonio in gestione.
Gli enti rispondenti al questionario proposto sono stati l’88% (nell’edizione precedente erano l’83%).
Piano pensionistico |
Campione (112 enti) | Rispondenti (99 enti) |
Casse di previdenza (CP) | 19 | 15 |
Fondi pensione negoziali (FPN) | 33 | 31 |
Fondi pensione aperti (FPA) | 20* | 18 |
Fondi pensione preesistenti (FPP) | 20* | 17 |
PIP - Piani Individuali Pensionistici | 20* | 18 |
*Primi 20 fondi per patrimonio in gestione
Fonte: Rielaborazione dati Forum per la finanza sostenibile
L’investimento sostenibile e responsabile ha come obiettivo creare valore per l’investitore e per la società nel suo complesso. I criteri ESG possono essere inclusi nei propri portafogli tramite diverse strategie che non si escludono a vicenda, ma possono essere adottate anche insieme. Le più diffuse tra gli investitori previdenziali italiani coinvolti nella ricerca sono:
- esclusione dai propri investimenti di specifici settori. Questa strategia è adottata da 68 piani pensionistici (89%). I settori esclusi sono principalmente: armi, tabacco, scommesse e gioco d’azzardo
- convenzioni internazionali. In questo caso gli investimenti sono scelti in base al rispetto di norme definite in sedi internazionali come OCSE, ONU. I 43 piani che adottano questo approccio considerano soprattutto l’UN Global Impact, le Linee guide OCSE sulle multinazionali, le Linee guida ILO sui diritti dei lavoratori
- best in class. In base a questa strategia, adottata da 53 enti, si scelgono gli investimenti preferendo i migliori tra quelli che rispettano i criteri ambientali, sociali e di governo
- investimenti tematici. In base a questo approccio, applicato da 42 piani, si scelgono investimenti focalizzati su uno o più temi. I principali riguardano: le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, la salute, il digitale e l’economia circolare
Gli obiettivi di sostenibilità che maggiormente ricorrono tra gli enti previdenziali sono:
- riduzione della carbon footprint
- identificazione di criteri di esclusione per gli investimenti
- politiche del personale attente alla parità di genere
- riduzione delle emissioni climalteranti
Inclusione dei criteri ESG nei piani di investimento
Al momento 21 piani previdenziali raccolgono le preferenze degli scritti sull’inclusione dei criteri ESG nelle politiche di investimento, mentre 19 hanno in programma di farlo.
Il numero di piani pensionistici che includono i criteri ESG nelle scelte di investimento è aumentato nel corso degli anni e nel 2024 ha riguardato l’80% dei rispondenti (79 piani su 99 partecipanti), che gestiscono l’83% del patrimonio complessivo. Sono soprattutto i fondi negoziali, i fondi aperti e le casse di previdenza ad includere i criteri ESG nelle loro decisioni di investimento.
Il numero di enti che non applica questi criteri è invece diminuito, scendendo da 11 a 8. Le motivazioni principali che spingono a non avviare valutazioni riguardano: la carenza di dati ESG affidabili e standardizzati, la mancanza di certificazioni che tutelino contro il greenwashing, il non aver affrontato il tema, la volontà di non porre vincoli alle scelte di investimento. Nessuno, però, non sceglie investimenti sostenibili per paura che siano rischiosi, per la complessità o scarsa redditività.
Fonte: Decima edizione dell’indagine sugli investimenti sostenibili degli investitori previdenziali italiani
Perché la sostenibilità?
Tra i motivi che invece portano a scegliere la sostenibilità degli investimenti ci sono:
- la possibilità di coniugare l’impatto socio-ambientale con il ritorno finanziario (49 piani)
- il contesto normativo (48 piani)
- la gestione più efficace dei rischi finanziari (44 piani)
- la mitigazione del rischio reputazionale (33 piani)
Fonte: Decima edizione dell’indagine sugli investimenti sostenibili degli investitori previdenziali italiani
Il 67% dei rispondenti (53 piani) adotta i fattori di sostenibilità alla quasi totalità del patrimonio (quota compresa tra il 75% e il 100%) e 16 piani all’intero patrimonio. Il 60% dei piani dichiara di prevedere un aumento del patrimonio investito in base ai criteri ESG nei prossimi anni.
Fonte: Decima edizione dell’indagine sugli investimenti sostenibili degli investitori previdenziali italiani
Adozione di una politica SRI per tipologia di investitore. Confronto anni 2022-2023-2024
Piano pensionitico | Sì | Sto valutando | No | ||||||
2022 | 2023 | 2024 | 2022 | 2023 | 2024 | 2022 | 2023 | 2024 | |
Casse | 13 | 15 | 14 | 5 | 1 | 1 | 0 | 0 | 0 |
FPN | 22 | 21 | 23 | 3 | 3 | 4 | 3 | 7 | 4 |
FPA | 15 | 15 | 17 | 1 | 1 | 1 | 0 | 0 | 0 |
FPP | 11 | 12 | 12 | 3 | 3 | 3 | 2 | 1 | 2 |
PIP | 7 | 13 | 13 | 2 | 0 | 3 | 2 | 3 | 2 |
Totale | 68 | 76 | 79 | 14 | 8 | 12 | 7 | 11 | 8 |
Fonte: Rielaborazione dati Forum per la finanza sostenibile
Casse rispondenti: 2022 (18), 2023 (16), 2024 (15)
FPN rispondenti: 2022 (28), 2023 (31), 2024 (31)
FPA rispondenti: 2022 (16), 2023 (16), 2024 (18)
FPP rispondenti: 2022 (16), 2023 (16), 2024 (17)
PIP rispondenti: 2022 (11), 2023 (16), 2024 (18)
Il Consiglio di amministrazione (CdA) e le scelte di sostenibilità
Il 40% degli investitori (32 piani) fornisce indicazioni su come implementare le politiche di investimento tramite il CdA, mentre nel 47% dei casi (37 piani) il CdA definisce i termini generali e lascia al gestore le pratiche operative.
Il 68% dei piani che investono secondo criteri ESG ha definito una procedura per la valutazione degli investimenti dal punto di vista della sostenibilità in termini di rischi e impatti e il 14% ha in programma di introdurla in futuro.
Il 48% dei piani attivi in politiche di investimento sostenibile è supportato da advisor ESG.
Le attività per le quali è maggiormente frequente il ricorso all’Advisor sono: l’assegnazione di rating ESG ai singoli titoli e al portafoglio nel suo complesso, il monitoraggio e la gestione criteri ESG, la misurazione della carbon footprint.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile
Nel 2024, 35 piani, pari al 45%, includono gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU (Sustainable Development Goals, SDGs) nelle politiche di investimento, mentre 18 piani hanno in programma di includerli in futuro. Gli Obiettivi più citati sono: lotta al cambiamento climatico (SDG 13), parità di genere (SDG 5), salute e benessere (SDG 3), energia pulita e accessibile (SDG 7), lavoro dignitoso e crescita economica (SDG 8).
Il 54% dei piani ha incluso il calcolo dell’impronta di carbonio dei propri investimenti e di questi, il 70% (30 piani), dichiara che la carbon footprint è diminuita.
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